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Idrografia

Le origini funzionali del Sillaro risalgono al XVIII secolo, epoca in cui, riunendo probabilmente più corsi d’acqua naturali provenienti dagli acquitrini di “Isola Balba” è stato eseguito un unico grande canale con tre scopi originari fondamentali:

1. drenare le acque affioranti nel territorio posto a nord di Tavazzano sino al confine con Mulazzano e Casalmaiocco;

2. riutilizzare le acque raccolte estraendo dallo stesso Sillero tramite la roggia Donna, le portate necessarie per l’irrigazione di un territorio arido situato a sud di Lodivecchio;

3. laminare le portate di piena provenienti da nord, dirigendole verso il Lambro all’altezza di Lodivecchio  di fronte a Salerano, per diminuire i deflussi lungo il percorso originario che probabilmente continuava verso l’attuale colatore Balzarina e quindi nel Sillero di Borgo S. Giovanni, per poi confluire nel Sillero di Pieve, Villanova, Borghetto ed infine nel Lambro.

Le funzionalità originarie erano quindi: di bonifica principalmente per il drenaggio di un territorio acquitrinoso;  irrigua per le aree comprese a sud-ovest di Lodi Vecchio tra i comuni di Borgo S. Giovanni, Pieve Fissiraga e la valle del fiume Lambro, facente capo ad un comprensorio autonomo dal canale Muzza nel senso di uso quindi indiretto delle acque (come colature); idraulica per l’azione di smaltimento e scarico in Lambro delle piene che altrimenti venivano dirette verso i territori bassi sovraccaricando la rete di allora.

Era presente inoltre un utilizzo di tipo industriale con il prelievo di una portata di circa 300 l/sec, per l’azionamento di un mulino ubicato nella cascina Gualdane, in comune di Lodi Vecchio.

Attualmente le funzionalità sono sostanzialmente le stesse; è se mai cambiata la rilevanza di ogni singola funzione sul comprensorio, in relazione alle trasformazioni territoriali che in particolare sono avvenute negli ultimi cinquanta anni a seguito della nota azione di antropizzazione del lodigiano .

La funzione di bonifica, per il decremento dei livelli acquiferi, è ora limitata ad una modesta area in corrispondenza ad “Isola Balba”.

Il franco di coltivazione viene comunque facilmente  assicurato a gravità senza particolari problemi.

La funzione irrigua, dalle origini, è rimasta invariata, circoscritta quindi al territorio sotteso dalla roggia Donna, le dotazioni idriche, anche in tempi di magra, sono sino ad ora state sufficienti al fabbisogno o, quantomeno, non sono state inferiori alle altre zone del comprensorio.

Quella industriale è cessata con la dismissione del mulino delle Gualdane.

La funzione idraulica è invece sicuramente stata incrementata sia dall’accrescimento delle superfici degli agglomerati urbani di Tavazzano, Mulazzano e Casalmaiocco che vengono parzialmente drenate dal Sillero, che dalla immissione delle “fughe” idrauliche effettuate dalle rogge del territorio. Si può anticipare che, ad oggi, la funzione idraulica, è sufficiente a garantire condizioni di sicurezza al territorio sotteso. 

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Le caratteristiche morfologiche del colatore sono analoghe a quelle di molti dei canali colatori del territorio alto, ovverosia con alveo in terra a forma trapezia, sezione crescente per tratte, pressoché in modo progressivo, in funzione alle portate raccolte. Le sponde sono naturali con pendenze di 1 su 1, con inerbimento ben consolidato, le pendenze del fondo sono variabili dallo 0,03% allo 0,08%. I manufatti, strutturalmente, sono in prevalenza costituiti da laterizi pieni, soglie in granito o a mattoni posati di costa. Le paratoie in genere sono di ferro. 

 

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